TERAMO – «Dell’occupazione dell’ex Oviesse può dolersi solo la giunta Brucchi e l’intera coalizione di centrodestra che da dieci anni soffoca ogni dibattito e ha sostituito la politica culturale con la lista degli eventi: alcuni di questi apprezzabili altri assai discutibili». Esordisce così Manola Di Pasquale, candidato sindaco in pectore per il Pd, sulla vicenda che sta tenendo banco da ieri mattina. L’esponente del Pd sottolinea, da un lato, che la questione di un nuovo teatro e di spazi aperti per la cultura non può essere mero appannaggio della maggioranza, ma, dall’altro, prende le distanze dai toni utilizzati dai ragazzi che stanno occupando la struttura. «La vera questione – continua Di Pasquale – è che il centrodestra e la Giunta Brucchi hanno escluso la città, i cittadini, gli artisti, gli urbanisti, le associazioni, da ogni scelta determinante per il futuro e per il presente di questa comunità. Se, dove, come realizzare un nuovo contenitore culturale non è una mera questione amministrativa ed economica: rappresenta invece una grande opportunità per un netto salto di qualità sulle dinamiche del contesto urbano – al quale non sono estranee politiche turistiche e commerciali – così come rappresenta una bella e grande opportunità per gli operatori culturali che su questo tema possono mettere sul piatto riflessioni e proposte sicuramente più innovativi, creativi e completi di quanto possano fare degli uffici tecnici; rappresenta una grande opportunità, infine, anche per chi amministra che attraverso la partecipazione e l’ascolto dei cittadini ha nuovi strumenti per giudicare l’efficacia del suo operato. Nullo di tutto questo è stato neanche preso in considerazione da Brucchi e dalla sua coalizione». Oltre a stigmatizzare il comportamento dell’amministrazione, il consigliere del Pd puntualizza di non trovare condivisibili le parole degli occupanti «quando, anche loro, alzano steccati fra quelli bravi – loro che occupano – e tutti gli altri: si può condividere la battaglia e non i modi ma, soprattutto, questa città è davvero ricca di artisti e uomini e donne di cultura, veri eroi, che hanno resistito e continuano a produrre e realizzare senza avere un euro dalle istituzioni e che, semplicemente, scelgono altre strade per fare opinione. Adesso, cambiamo verso». Bastano tre settimane, secondo Di Pasquale, per decidere cosa fare per il nuovo Teatro Comunale: esiste già un progetto per la ristrutturazione di quello attuale;esistono ipotesi progettuali, per altri siti della città;esistono studi di fattibilità con impatti urbanistici ed economici. «L’amministrazione Brucchi li sottoponga al giudizio della città, delle associazioni, dei portatori d’interesse: si arrivi ad una sintesi che investa i luoghi istituzionali decisionali, commissioni e Consiglio poi, insieme si arriva ad una scelta. L’Arca, per esempio, quale contenitore di arte contemporanea, può diventare anche il "contenitore" di questo percorso dove si possono organizzare incontri e dibattiti per scegliere la migliore soluzione ed i migliori progetti la più condivisa possibile. Insieme, decidiamo, e insieme vale anche per gli occupanti», conclude.